Massimo Moratti è rimasto nella sua Milano, in attesa degli sviluppi dalla Cina, in attesa di sapere e decidere cosa fare delle sue quote, quel pezzo di interismo che l’ex presidente si è tenuto stretto in questi anni di astensionismo forzato, ma anche voluto dalla poca convinzione con cui ha sostenuto il breve interregno di Thohir. Intanto ha parlato la moglie Milly, che già nei giorni scorsi aveva lamentato l’eccesso di “esterofilia” di Thohir nella scelta dei dirigenti, espressione di una eccessiva freddezza e di come l’indonesiano non abbia capito che doveva affidarsi ad un management almeno in parte italiano che conoscesse la realtà specifica. (Continua sotto)
L’attaccamento al territorio è un valore che vale anche quando ci si chiama fieramente Internazionale e i Moratti lo sanno bene. Allora, intervistata da Il Giornale, la Milly ha ribadito che: “L’Inter è una squadra speciale, con tifosi speciali, molto territoriale nella sua anima. Ecco: quello che non è stato capito è il valore della territorialità. Si ha la sensazione di una chance sprecata”. Ma nell’intervista non si parla solo di passato, di fronte all’esplicita domanda se i cinesi chiedessero al marito Massimo di essere lui il referente operativo e di riprendere in mano la società, la moglie non ha dubbi: “Sicuramente ne sarebbe onorato. E valuterebbe come poter essere utile. Il rispetto del territorio e dei valori dell’Inter gli stanno molto a cuore”. Ma dietro c’è già un progetto concreto e Milly Moratti lo svela in parte, spiegando che, “la famiglia Moratti si mette a disposizione contando sull’entusiasmo di molti amici interisti che da quando Massimo ha lasciato la maggioranza si sono proposti offrendo tante idee. Sì, i progetti ci sono. Per ora non c’è ancora nulla, ma il cambiamento non deve far paura. Il cambiamento è un’opportunità”. Probabile che tra gli amici interisti ci sia anche un altro ex presidente, quell’Ernesto Pellegrini che in questi anni ha più volte tentato di mettere in piedi una cordata di imprenditori milanesi scontrandosi però a suo dire con una certa mancanza di coraggio, dovuta all’idea sempre più radicata e in parte fondata che una squadra di calcio non sia un buon investimento. Ma in queste ore Skysport si spinge oltre parlando di una regìa morattiana nell’ascesa dei cinesi. Probabilmente eccessivo, visto che abbiamo visto come gli investimenti nel calcio dell’immenso impero asiatico facciano parte di un progetto politico ben più ampio, ma nelle prossime settimane sapremo tutto.