“Sono arrivato qui per restare almeno due anni. Devo ancora dimostrare il mio valore”. Stevan Jovetic torna a lanciare un accorato appello alla dirigenza, dopo le insistenti voci che lo vogliono nella lista dei cedibili. Il montenegrino si affida alle colonne del Corriere dello sport per dire tutta la sua verità. (Continua sotto)
Jovetic ci tiene a rimanere almeno un altro anno in nerazzurro per riscattare l’opaca prima stagione, ben sapendo che lasciare dopo una stagione deludente deprezzerebbe il suo valore di mercato, già dopo gli anni deludenti al Manchester City. Arrivato all’Inter nell’agosto scorso, investito della pesante, ma prestigiosa, maglia numero dieci, l’ex talento della Fiorentina esordì con tre gol in due partite facendo presagire una grande stagione, ma poi non è esploso del tutto, faticando sopratutto a trovare l’intesa con Icardi. La sua spiegazione di questo insuccesso però, rimanda alle scelte tecniche di Mancini, “non ci ha favorito l’aver giocato poco in coppia (con Icardi ndr). Dal primo minuto avremmo disputato 10-12 incontri e il feeling lo trovi in partita, non solo durante gli allenamenti”. D’altra parte i rapporti con il tecnico sono freddi, o per dirla con le sue parole, “normali, come con tutti gli altri”. La ricostruzione che il giocatore fa della stagione che si sta concludendo è questa, imputando i suoi problemi di rendimento allo scarso utilizzo: “All’inizio giocavo sempre e ho anche fatto la differenza, poi è stata dura incidere giocando a intermittenza. A gennaio è cominciato il periodo più duro sia per me sia per la squadra. A febbraio ho avuto un po’ di problemi fisici, proprio quando stavamo perdendo terreno in classifica. In precedenza non avevo giocato per scelta tecnica”. Parole esagerate, Jovetic ha fatto un discreto inizio di campionato, ma a parte le prime due giornate non ha mai fatto la differenza. Sicuramente non è stata una stagione facile, con 16 partite di campionato da titolare giocate, venendo sostituito ben 14 volte e subentrando a partita in corso 8 volte per 24 presenze totali. Sette, invece, le partite trascorse in panchina e cinque le assenze per infortunio. Sei i gol fatti, tre come detto nelle prime due giornate e poi tre gol contro l’Udinese, uno all’andata e due al ritorno con in mezzo diciannove turni a digiuno.