Partita estremamente tattica quella vista ieri a Marassi tra Genoa e Inter e non è un caso che l’unico gol sia arrivato da calcio piazzato. La formazione di Gasperini nei primi 35 minuti ha giocato senza un modulo definito, ma adattandosi all’avversario e con marcature a uomo old style a tutto campo, come all’andata d’altronde. L’Inter impostava con Medel e su di lui si alzava altissimo Rigoni, mentre su Melo si alzava Dzemaili, allora Palacio veniva incontro e De Maio lo seguiva fino a centrocampo con Marchese alle loro spalle che stringeva verso il centro a far coppia con Munoz, mentre Silva si abbassava su Brozovic e Suso si allargava su D’ambrosio. Sull’altro versante marcatura fissa di Laxalt su Telles e di Ansaldi su Perisic che lo seguiva anche quando questi si accentrava. Se invece Palacio non arretrava a centrocampo De Maio rimaneva in linea con Munoz e Marchese rimaneva terzino sinistro su Brozovic seguendolo anche quando questi si accentrava, con Silva alto su D’ambrosio e Suso a supporto di Pavoletti a fare raccordo con il centrocampo. In linea di massima era un 4-4-1-1 o 4-5-1 a seconda se Suso faceva l’interno sinistro o il trequartista.
Lamanna; Ansaldi, De Maio, Munoz, Marchese; Laxalt, Rigoni, Dzemaili, Silva; Suso; Pavoletti.
Handanovic; D’ambrosio, Miranda, Murillo, Telles; Melo, Medel; Brozovic, Palacio, Perisic; Icardi.
L’Inter sembrava imbrigliata, ma intorno al 25′ Palacio cambiava tattica e iniziava ad attaccare la profondità invece di venire incontro, compito che invece lasciava a Icardi. Un movimento che funzionava e portava Palacio tre volte sul fondo a crossare creando pericoli in serie. Gasperini allora decideva di abbassare la squadra passando a cinque dietro e mettendo Suso a destra e Laxalt a sinistra per un 5-4-1 fisso, e il Genoa non correva praticamente più pericoli: (Continua sotto)
Lamanna; Ansaldi, De Maio, Munoz, Marchese, Silva; Suso, Rigoni, Dzemaili, Laxalt; Pavoletti.
Nella ripresa inizialmente Mancini provava a invertire la fascia di competenza di Perisic e Brozovic, ma senza risultati e allora rimetteva Perisic a sinistra e Brozovic a destra. Come già detto in cronaca e in sede di commento, diventava determinante la maggiore rapidità di Gasperini nell’immettere forze fresche con gli ingressi di Tachsidis e Capel, mentre Mancini tentennava.
Solo al 73′ arrivava l’ingresso di Eder e il passaggio al 4-3-3:
Handanovic; D’ambrosio, Miranda, Murillo, Telles; Brozovic, Melo, Medel; Palacio, Icardi, Eder.
Un pressing alto non riuscito di Palacio e Brozovic davano il là all’azione che portava al corner del gol con Laxalt che partiva in velocità e serviva Tachsidis, il cui tiro era deviato in calcio d’angolo da Handanovic. Sul corner molli in parecchi, non solo Telles e Melo, ma anche Icardi.
Solo all’80 il secondo cambio di Mancini, Jovetic per Telles. L’Inter chiudeva alla disperata con Palacio ala sinistra, Jovetic ed Eder a supporto di Icardi, Brozovic e Melo a centrocampo, D’ambrosio esterno destro, Miranda e Murillo centrali di difesa e Medel che faceva contemporaneamente l’interno sinistro, il laterale di difesa e il terzino sinistro. Era una sorta di 3-4-1-2 con Palacio che rimaneva alto a sinistra, ma ormai gli schemi erano tutti saltati.
Handanovic; Miranda, Murillo, Medel; D’ambrosio, Brozovic, Melo, Palacio; Jovetic; Eder, Icardi.
Inutile nel finale l’ingresso di Ljajic al posto di Palacio, con Gasperini che ripostava Laxalt a destra portando Capel a sinistra.
Forse è meglio, in certe occasioni, e con certe squadre così camaleontiche, giocare non a uomo, ma a “zona”, liberi dagli schemi secondo il flusso del gioco. I calciatori sono più determinati e decisi e il pressing più spontaneo. E’ vero che gli schemi danno più sicurezza, soprattutto per il Coach, ma a volte è meglio dimenticare gli schemi prefissati e sentirsi liberi mantenendo, ovvio, ciascuno il suo ruolo professionale ben preciso.
Sicuramente possiamo analizzare tutto e di più…però su una cosa sono d’accordo col mancio (che ha sbagliato molto quest’anno ma che terrei perché solo la continuità porta i risultati) : se si segna nel primo tempo cambia tutto! Partita col Napoli docet! Ricordo il Milan nel derby che segnando ci fece sbilanciare e vinse…noi italiani siamo tanto affezionati alla disamina e siamo fortissimi in tattica,ma spesso sono gli episodi che cambiano la partita! Esempio: guardate allegri che da catenacciaro e incapace sta allungando la vita ad una squadra come la Juve che ha finito il ciclo! Eppure i nostri cugini lo ritenevano incapace…cosa cambia: se hai pogba e marchisio piuttosto di montolivo e balotelli…cambia eccome! In sostanza: abbiamo rifatto l’ossatura della rosa: ora si deve puntellare con 2 tasselli pesanti e 2-3 di completamento per un titolare di 4massimo 5 nuovi acquisti di cui 2 importanti o almeno forti a prescindere dal prezzo