Grande preoccupazione in casa Inter, la difesa a tre varata mercoledì a Verona ha fatto girare la voce che Stramaccioni si fosse preso la gasperinite, ma così per fortuna non è. Gasperini giocava con tre punte, 3-4-3, mentre in questo caso si è trattato proprio di togliere un attaccante, rinfoltire il centrocampo passando a cinque, e poi di conseguenza giocare con tre centrali.
Difficile dire se è andata bene o male, dipende se si considera la prima mezz’ora – dove si è traballato parecchio e il Chievo ha avuto tre palle gol – come una fase di assestamento al nuovo modulo o un lungo spezzone di partita. Nel resto della partita si è sofferto meno, anche se Handanovic è stato più volte impegnato con tiri da fuori e punizioni.
Gli episodi hanno facilitato il compito, il gol del vantaggio in leggero fuorigioco, Pellissier che non trova la porta da buona posizione in due circostanze sullo 0-0.
Episodi a parte, quello che conta è che con questo modulo ci si difende con uomo in più, tre attaccanti che non tornano non erano più sostenibili. Ma la scelta è legata anche alla nulla propensione difensiva dei terzini, scalati a centrocampo possono andare più in profondità in attacco, affiancando Milito, e fare meno danni in difesa. Inoltre il reparto dei difensori centrali è quello più abbondante, e giocando a tre c’è la possibilità di impiegarli. Discorso opposto per i trequartisti, Coutinho e Alvarez sono destinati a vedere sempre meno il campo.