Nel giorno del rinnovo di Nagatomo, anche Mancini si trova a dover rispondere a domande sul suo futuro e sul suo contratto in scadenza nel 2017. “Non posso rispondere sempre alle stesse domande – si schernisce sorridendo il tecnico – fossi un calciatore farei come Nagatomo, alla Samp sono rimasto 15 anni e l’Inter è un grande club, ma un allenatore è legato ai risultati. E se ricevessi un’offerta dalla premier? Il problema non si pone perchè non ce ne sono, tutto quello che è stato scritto non è vero.” (Continua sotto)
Questa la risposta del Mancio, consapevole che un quinto posto non sarebbe soddisfacente e lo metterebbe a rischio esonero, sempre però che la società poi sia a disposta a tenere sotto contratto due allenatori per un anno, nel caso Mancini decidesse di fermarsi. Resta da capire perchè tanti punti persi, 14 punti lasciati per strada prendendo gol negli ultimi dieci minuti di gioco, ecco la spiegazione dell’allenatore nerazzurro: “Quando abbiamo iniziato a subire gol in casa negli ultimi minuti le prime volte con Lazio, Sassuolo e Carpi, poi nelle partite successive nei minuti finali ci abbassavamo molto perchè subentrava un po’ di paura, ma più ti abbassi più alta è la probabilità di prendere gol”. Pazienza però è la parola chiave di questa conferenza stampa, Mancini la ripete più volte, “Abbiamo commesso degli errori, pensavamo di metterci meno tempo nel costruire, ma ci vuole pazienza, siamo stati in testa a lungo, qualcosa di buono lo abbiamo fatto”. Poi un monito alla squadra, “Ci sono ancora 21 punti in palio, è difficile che la Roma perda otto punti, ma noi siamo professionisti e dobbiamo provarci fino in fondo”.