L’idea era questa, mettere un centrocampo a tre muscolare e geometrico, per permettere ai tre davanti di sprigionare tutta la fantasia. Si pensava, inoltre, di far partire Maicon senza conseguenze, di addossare tutto il peso del gol su Milito, che le sue pause le ha. Dopo quattro giornate sappiamo che tutto questo non è possibile. A centrocampo abbiamo un Guarìn che è sì forte fisicamente, ma come incursore o nei contrasti uno contro uno, ma non copre gli spazi. C’è Gargano, che corre a vuoto ed è non più di una riserva. Cambiasso non può più assolutamente giocare ogni tre giorni. Il paradosso è che il più dinamico è il 39enne Zanetti. A mettere a nudo questi limiti ci si è messa un’emergenza infortuni tra i centrocampisti, che tiene fuori dall’inizio della stagione Stankovic, Obi, Mariga e Mudingay. Pur sapendo che nessuno di questi può risolvere i problemi, ma potrebbe solo dare un po’ di ricambio ad un centrocampo già stremato al 23 di Settembre.
Con la partenza di Maicon, anche il Maicon non più brillante delle ultime due stagioni, il reparto terzini si è decisamente impoverito, Jonathan è incommentabile, Nagatomo e Pereira alzano dei gran polveroni senza incidere alcunchè, e la speranza è che abbiano dei margini di miglioramento. Anche qui è Zanetti a dare un po’ d’intensità e solidità, ma a sua volta non è più lo Zanetti di due anni fa.
In attacco si sapeva che mancava un vice-Milito di ruolo, ma si sperava di farne a meno sfoderando una batteria di trequartisti, ma in partite come quella con il Siena si fa sentire la mancanza di un ariete che affianchi o sostituisca Milito.
Stramaccioni lo ha detto chiaro, la squadra non ha gli equilibri per reggere tre giocatori là davanti, ergo uno va tolto per rinfoltire il centrocampo con un uomo in più, come già visto con il Torino, ultima partita vittoriosa. Oppure passare ad un centrocampo a cinque ed una difesa a tre.