“Quelli che mi hanno insultato sabato sera per me sono una minoranza. E comunque non posso avercela con chi non sa la verità o finge di non saperla. Io nel 2007 volevo tornare all’Inter e a Branca lo dissi chiaramente. Lui disse che doveva parlare con Moratti, mi tennero in ballo più di una settimana perchè il mio ritorno dipendeva dalla partenza di Adriano. E alla fine scelsero Adriano. (…) Il Milan mi cercò con tutte le forze e il no dell’Inter mi ferì. Come quello di cinque anni prima.” Ronaldo affida alla gazzetta dello sport il suo pezzo di verità e di storia. (Continua sotto)
La saga tra Ronaldo e l’Inter si arricchisce di un altro capitolo. Riaccolto da Moratti, ma non dalla curva che gli ha dedicato uno striscione volgarotto e un po’ squallido, oltre che una pioggia di insulti, il fenomeno ha voluto svelare quanto accaduto nove anni fa, quando tornò a Milano, ma per andare al Milan. Una scelta dettata dal rifiuto dell’Inter di riprenderlo, così come il suo addio cinque anni prima fu dovuto alla scelta di Moratti di non esonerare Cuper, come gli chiedeva il suo figlio brasiliano. Difficile però capire come mai il fenomeno abbia aspettato tutti questi anni per svelare questa verità, ma rimane il fatto che la sua esperienza al Milan fu davvero marginale e non lasciò certo il segno, un po’ come quella di Meazza a fine carriera, in tempi in cui non esistevano gli ultrà, ma nemmeno calciatori un po’ capricciosi, o forse no. La storia però parla chiaro, Ronaldo è nella storia dell’Inter, tanto quanto Mourinho, certe pagine non si possono cancellare, ricche del loro talento, del loro fascino, della loro umanità e anche delle loro miserie. Ronaldo è stato giustamente considerato un traditore per anni da tutto il popolo nerazzurro, ma ora chi lo odia sembra davvero essere una minoranza rumorosa quanto rancorosa, molti sono indifferenti, altri ne ricordano le gesta.