Quattro partite in trasferta e quattro vittorie. Dopo Haijduk, Valsui, Pescara, arriva quella sul Torino. E sono tutte senza subire reti. Ormai non è più un caso, l’Inter di Stramaccioni in trasferta ha trovato i giusti equilibri, a differenza delle partite in casa, dove si aspetta ancora la prima vittoria. Vantaggio trovato già nelle fasi iniziali, possesso palla insistito, ritmi più bassi, maggiori spazi concessi dagli avversari in avanti. Queste le caratteristiche delle vittorie in trasferta e le differenze con le partite in casa. Cambia invece il modulo nella gara dell’Olimpico contro il Toro di Ventura: Strama soprende tutti piazzando il centrocampo a quattro, con Zanetti, Guarin, Cambiasso, Pereira, poi Sneijder unico trequartista e Milito unica punta centrale. Ma la sorpresa individuale è in difesa, con Juan Jesus titolare che fa coppia con Ranocchia in mezzo alla difesa, Jonathan e N agatomo terzini e Handanovic all’esordio tra i pali a dare sicurezza al reparto fin dalle prime battute. Il Toro risponde con due centravanti (Sgrigna e Bianchi) e due ali (Stevanovic, in comproprietà con l’Inter, e Santana). In difesa svetta con la sua classe Ogbonna. L’Inter passa a sorpresa a ridosso del quarto d’ora, formidabile il tiro dal limite di Milito, che sfrutta un disimpegno errato di Gazzi, a sorpresa perchè fin qui il Torino aveva spinto molto di più, fermato dai fuorigioco, in un caso inesistente. Il gol, come sempre capita in trasferta, porta l’Inter a congelare la partita, in fase d’impostazione si mette in mostra un prolungato possesso palla con Cambiasso che scala in mezzo ai due centrali allargati, i due terzini salgono a centrocampo, tramutando la disposizione in un 3-5-1-1. Gli effetti sono poco spettacolari, ma efficaci sul piano del controllo della partita, e così l’Inter conduce in porto un primo tempo che non dice molto di più, senza che Ventura trovi le contromosse.
Al rientro dagli spogliatoi esordio stagionale per Alvarez, messo laterale sinistro di centrocampo, e fuori Jonathan. A fare il terzino destro ci va allora Nagatomo, mentre Pereira scala terzino sinistro. Ben presto Alvarez si accentra andando a prendersi il posto di trequartista, e cosi l’Inter torna al 4-3-2-1, che fornisce più soluzioni in avanti e più gioco, ma anche più ripartenze concesse ai granata, complice in un tal caso anche un Guarìn pasticcione che perde palla. Dopo un tiro a giro di Sneijder fuori di poco, il Toro infatti va al tiro tre volte in tre minuti, dal 63′ al 65′, la più pericolosa con un fantastico tiro al volo di Bianchi respinto da Handanovic, forse non sa nemmeno lui come. Intanto Ventura aveva cambiato le proprie frecce con gli ingressi di Meggiorini e Cerci al posto di Sgrigna e Stevanovic. Al 66′ esce Sneijder ed entra Cassano, cambio che lascia qualche perplessità tra i tifosi, ma il barese si rende utilissimo nel difendere palla, conquistare punizioni e non da ultimo per importanza, trovare il gol del raddoppio che regala dieci minuti di tranquillità ai nerazzurri. L’azione del raddoppio è anche la più bella della partita: Alvarez crossa dalla sinistra basso e teso, velo di Milito, Cassano riceve, si gira e incrocia, 2-0 e tutti a casa.