Oggi tutti parlano di corazzata Inter, di “superpotenza” Inter, ma all’inizio della stagione pochi accreditavano i nerazzurri tra i favoriti per lo scudetto. D’altra parte anche la società e i tifosi avevano messo nel mirino il fatidico terzo posto, valido per un preliminare di Champions. Squadre come il Napoli, che hanno chiuso il mercato con un passivo di quasi venti milioni e negli anni passati hanno fatto investimenti importanti, sicuramente partivano avvantaggiate, per non parlare di Juve e Milan, rispetto ad un’Inter che veniva da anni a parametro zero e che ha finanziato l’ultimo mercato con due sacrifici importanti come quelli di Kovacic e Shaqiri, chiudendo la sessione quasi in pareggio. (Continua sotto)
Il lavoro di Mancini quindi assume una valenza particolare, tanti sono i giocatori cresciuti in questi ultimi mesi, raccogliendo anche i frutti del lavoro della passata stagione. Partiamo da Juan Jesus, divenuto jolly difensivo che si alterna difensore centrale e terzino sinistro, il brasiliano veniva da un anno disastroso con errori tecnici e di concentrazione importanti. Oggi, anche se non è più un titolare fisso, è un elemento affidabile che si fa sempre trovare pronto. Quest’ultimo è un aspetto fondamentale, l’apporto dei non titolari, tutti bravi a farsi trovare pronti quando chiamati in causa è diventata l’arma segreta manciniana, in un momento in cui le due stelle della squadra – Icardi e Jovetic – faticano a brillare. Un esempio è sicuramente Nagatomo, finito nel dimenticatoio, dato per sicuro partente a gennaio, è stato rispolverato a sorpresa in un big-match come Inter-Roma, annullando Gervinho, per poi una settimana dopo marcare egregiamente anche Bruno Peres a Torino, dimostrandosi molto cresciuto difensivamente, fase in cui peccava parecchio. Stesso discorso per Montoya, vero e proprio reietto per mesi, a causa anche dell’alto numero di terzini in rosa, e sbocciato nelle ultime due partite. Lo stesso Dodò, impegnato solo in un paio di amichevoli e dieci minuti in Coppa Italia, è apparso un giocatore diversissimo dal tremebondo terzino visto con Mazzarri. Ma clamorosa è l’esplosione di Brozovic in queste ultime settimane, da gregario tutta quantità a raffinato tuttocampista che unisce l’eclettismo con anche alte giocate. Grande è anche la maturazione tattica di Ljajic, capace di fare il terzino e poi prendere per mano la squadra e trascinarla ad una quasi rimonta a Napoli. Mancini probabilmente ora si aspetta un salto di qualità anche da due giocatori molto importanti e che finora lo hanno un po’ crucciato, non facendo sempre quello che chiedeva. parliamo di Santon e Icardi. Saranno loro i prossimi?