L’Inter in dieci mette paura al Napoli

miranda palo napoli

Due pali dicono no ad un’Inter di grande cuore e qualità che ha giocato tutto il secondo tempo in dieci (espulso Nagatomo) e alla fine deve cedere 2-1. Determinanti gli errori di Murillo e Orsato e la bravura di Higuain. Ecco la cronaca: Napoli-Inter è la partita più importante di questo inizio di campionato, il posticipo di lunedì ha amplificato l’attesa, ma siamo pur sempre all’inizio della stagione. Mancini questa volta non sorprende e dovrebbe schierarsi a specchio con Sarri, provando a replicare la partita con la Roma. Il San Paolo è gremito, ecco le formazioni ufficiali:

NAPOLI: 25 Reina; 2 Hysaj, 33 Albiol, 26 Koulibaly, 31 Ghoulam; 5 Allan, 8 Jorginho, 17 Hamsik; 7 Callejon, 9 Higuain, 24 Insigne.

A disposizione: 1 Rafael, 22 Gabriel, 3 Strinic, 4 Henrique, 11 Maggio, 16 Valdifiori, 19 David Lopez, 20 Dezi, 21 Chiriches, 77 El Kaddouri, 94 Chalobah, 96 Luperto.
Allenatore: Maurizio Sarri

INTER: 1 Handanovic; 33 D’Ambrosio, 25 Miranda, 24 Murillo, 55 Nagatomo; 13 Guarin, 17 Medel, 77 Brozovic; 22 Ljajic, 9 Icardi, 44 Perisic.
A disposizione: 30 Carrizo, 5 Jesus, 6 Dodò, 8 Palacio, 10 Jovetic, 11 Biabiany, 12 Telles, 14 Montoya, 23 Ranocchia, 27 Gnoukouri, 83 Melo, 97 Manaj.
Allenatore: Roberto Mancini

Arbitro: Orsato
Assistenti: Manganelli, Meli
IV uomo: Di Liberatore
Assistenti addizionali: Mazzoleni, Celi

ljajic hisayDopo un minuto il Napoli è già in vantaggio, la formazione di Sarri esce dal pressing da destra a sinistra, crossa con Insigne, Murillo prima libera male servendo di fatto Callejon, poi si fa sfuggire Higuain, che comunque fa un gran gol spalle alla porta, non bene nemmeno Nagatomo su Callejon. Inizialmente l’Inter sembra non scomporsi e come nel primo minuto non rinuncia a pressare alto con tutti i centrocampisti nella metà campo avversaria, ma se gli azzurri ne escono poi gli attaccanti possono andare all’uno contro uno con i difensori come in occasione del gol. Mancini prova ad affrontare il Napoli alla pari, a specchio e pressando alto, il pressing dei nerazzurri però è molto meno efficace, con i soli Medel e Brozovic determinati, l’Inter invece è spesso costretta a gettare via il pallone per la pressione degli azzurri. Quindi Napoli meglio organizzato nel pressing, ma che nel primo tempo prevale anche sul piano individuale, in particolare nei primi minuti vanno in difficoltà i due terzini Nagatomo e D’ambrosio con Callejon e Insigne. Lo spagnolo fa un lavoro incredibile in fase di non possesso, mentre Insigne gioca più da seconda punta che da ala, posizionandosi in maniera ibrida tra D’ambrosio (che se lo perde spesso), Miranda e alle spalle di Guarin che ha già il suo bel da fare con Hamsik, cogliendo spesso impreparata la difesa nerazzurra. Problemi anche nel duello tra mezz’ale con Allan e sopratutto Hamsik che prendono alle spalle Brozovic e Guarin. Comunque nella fase centrale del primo tempo l’Inter va al tiro due volte con Guarin e Perisic, mentre alla fine Handanovic è inoperoso. Nel finale di tempo però Orsato diventa protagonista con un secondo giallo avventato a Nagatomo che interviene in scivolata, ma poi toglie la gamba, ma anche il primo giallo era parso esagerato. Si va negli spogliatoi nel pessimismo più nero, che sembra confermato dal raddoppio di Higuain, che sfrutta un altro errore di posizionamento di Murillo e poi è inarrestabile nel tiro in corsa. Mancini aveva sacrificato Icardi per inserire Telles, ma lasciare in campo Ljajic è la scelta giusta, perchè il serbo gioca un secondo tempo da trascinatore segnando il gol che riapre la partita, dopo un’azione a due tocchi rapidi con Medel che recupera palla e con Brozovic e Biabiany che fanno girare. Biabiany entrato in campo al posto di Guarin, poi entra anche Jovetic al posto di Perisic e colpisce un palo clamoroso, seguito da un palo di Miranda all’ultimo secondo. Un finale tutto cuore, ma anche qualità per l’Inter che meritava nettamente il pareggio, ma finisce con la vittoria del Napoli e i giocatori partenopei che rimangono a festeggiare per venti minuti in campo, manco avessero vinto lo scudetto e fossimo a maggio.

 

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