E alla fine è arrivata la goleada. Bastava aspettare, bastava pazientare, ancora quattro marcatori diversi, con la new entry Murillo. Eppure ancora una volta è la difesa granitica a dare identità ad una squadra dove anche chi non brilla è comunque dentro i meccanismi. Prendiamo Kondogbia, se per certi versi è stato il peggiore in campo, perdendo molti palloni in fase d’impostazione, è stato comunque utile nel secondo tempo quando c’è stato da alzare la diga davanti all’area. Così Melo, non brillante, ma bravo a fare densità a metà campo. Lo stesso Nagatomo, che ha concesso una clamorosa occasione a Soddimo in apertura e lo ha sofferto tatticamente, ha comunque limitato i danni, lottando e sporcando le offensive del dirimpettaio giallazzurro. (Continua sotto)
Impeccabili Miranda e Murillo, ma anche Telles, cresciuto difensivamente. Chiaramente non è il caso di esaltarsi per aver battuto il Frosinone, ma ormai è chiaro dopo tre mesi di campionato che le fondamenta sono state costruite. Un portiere che si fa trovare pronto anche quando c’è da fare uno o due interventi a partita e che ora rimette la palla in gioco più velocemente, anche perchè i compagni si fanno vedere di più. E poi, Una coppia di centrali ormai stabilita e fissa, che unisce esperienza e coraggio, terzini che ruotano a seconda della partita, si utilizzano quelli più offensivi se c’è da attaccare e quelli più difensivi se c’è da star più coperti. A centrocampo il punto fermo è Medel, gli altri ruotano tutti. In avanti i più utilizzati sono stati Icardi, Jovetic e Perisic, ma Ljajic e Biabiany stanno scalando le posizioni e a gennaio arriverà qualcun altro. Ora il Napoli, se ne parla come se fosse il primo vero esame, ma in realtà abbiamo già battuto la Roma e il Milan, pareggiato con la Juve – sempre senza subire gol – e subìto una sola battuta d’arresto con la Fiorentina, decisa più dagli episodi che altro. In fondo, ci stiamo divertendo.