“Moggi fu l’ideatore di un sistema illecito di condizionamento delle gare del campionato 2004-2005 (e non solo di esse)”. Qui è la cassazione che parla, confermando l’associazione a delinquere e la frode sportiva per Luciano Moggi. La cassazione inoltre certifica l’esistenza di quella cosa passata sotto il nome di prostituzione intellettuale giornalistica. Esisteva anche quella, con particolare riferimento agli ambienti televisivi. Siamo davvero alle battute finali, ma già erano state molte le sentenze definitive negli svariati processi a carico dell’ex dirigente juventino. Per questo pubblichiamo questo articolo nella sezione storia e non nelle news, questo è tema ormai per gli storici del calcio. Val la pena comunque ribadire altre verità storiche: non è vero che Massimo Moratti non difese la memoria di Giacinto Facchetti. La difese e si espose in prima persona. Inoltre la vicenda calciopoli ha visto anche la discesa in campo di alcuni giornalisti politici che vollero legarla ad altre vicende giudiziarie e a tesi politiche sulla storia d’Italia, sconfinando nel campo della strumentalizzazione politica. Bene fece Moratti a sottrarsi, non entrando in tutto ciò, ed a evitare che l’Inter divenisse strumento delle destre, delle sinistre, dei partiti degli onesti e dei movimenti antisistema. Chiudo questo quadro storico, per completezza d’informazione, facendo riferimento al processo per diffamazione intentato dal figlio di Facchetti nei confronti di Moggi, che in questo caso è stato assolto. Anche questa sentenza va rispettata, perchè è vero che anche il compianto Facchetti aveva rapporti telefonici cosidetti “amicali” con i designatori arbitrali e – come si legge in quest’altra sentenza – faceva “una sorta di azione di lobbing” in favore dell’Inter. Solo che fare azione di lobbing, cioè sostanzialmente curare gli interessi della propria squadra, è cosa profondamente diversa dall’associazione a delinquere e dalla frode sportiva. L’equivoco nasce dal fatto che in un paese moralista come l’Italia il concetto di Lobby ha un significato losco e corrotto, quando non è affatto così. Ad ogni modo, giustizia è fatta, capitolo chiuso.
2 commenti su “La cassazione bastona Moggi”
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Già prima che andasse alla Juve ne combinava di tutti i colori.. Al Torino non mandava delle signorine nelle stanze degli arbitri? Il problema degli juventini è che ragionano da juventini…
Il problema degli italiani più che degli juventini è quello di non sforzarsi di capire che le leggi devono essere rispettate! Se uno sbaglia,paga. E poi finiscano di associare il nome “Moggi” a quello della juve….a lui piaceva il potere e le maggiori vittorie erano bonus e stipendio più alto…altro che amore per la Juve!
Da giurista sorrido per l’ignoranza quando sento dire che anche l’Inter andava processata! Infine pare che snhe de santis abbia dimostrato proprio il nulla…a 10 anni di distanza dovremmo parlare di altro e vergognarci di quello che c’era.