Fa ancora discutere la scelta di Mancini di schierare riserve e “ragazzini” nel primo derby stagionale in quel di Shenzhen. Molti tifosi si sono sentiti presi in giro, altri si sono chiesti se sia questo il modo di esportare il brand nerazzurro. Sono proteste e domande legittime ed è un peccato leggere editoriali che prendono in giro le rimostranze dei tifosi, liquidandole come lagnanze. Ci sono giornalisti che si vantano di non aver visto la partita e di essere andati al mare. E’ un peccato assistere a questo approccio aristocratico nei confronti dei tifosi, che in fondo sono quelli che danno da mangiare a tutti quelli che lavorano nel calcio. Alzi la mano chi non avrebbe voluto vedere l’Inter titolare schierata contro il Milan nella partita di ieri. Detto questo però, sui dati che abbiamo, credo che Mancini alla fine abbia fatto bene. Innanzitutto la causa di questa scelta è da ricercarsi nell’organizzazione dell’evento. Chi ha deciso che l’Inter doveva giocare due partite in 48 ore con un tasso di umidità al 90% ha determinato la scelta di Mancini di schierare le riserve nel derby preservando i titolari per il Real Madrid. Gli aspetti organizzativi e “ambientali” spesso vengono sottostimati da noi italiani nell’analisi delle cose. L’organizzazione invece è fondamentale e decisiva. Inutile rincorrere le dietrologie, Mancini ha detto che c’era un rischio infortuni e tutti abbiamo visto i titolari entrare imballati nell’ultima mezz’ora. Un infortunio muscolare in questo periodo dell’anno può compromettere la preparazione e la stagione. D’altra parte, quale altro motivo aveva Mancini per schierare sei primaveristi o postprimaveristi, il rischio goleada e figuraccia era possibile e sulla graticola ci sarebbe finito solo il mancio e nient’altro che lui. Siamo qui in Cina per motivi necessari, per alimentare il brand e alimentare gli introiti. Ma a noi interessa nella misura in cui tutto questo viene reinvestito nel progetto sportivo. Il fine dei tifosi è premere sulla società affinchè allestisca una squadra competitiva e non si adagi sugli allori, perchè non dimentichiamo che nel calcio si può guadagnare anche senza vincere – le squadre di Premier insegnano – ma a noi interessa vincere. Credo quindi che al 26 di luglio ci sia una pressione eccessiva verso allenatore e giocatori, mentre è sulle operazioni di mercato e su come si sta muovendo la società che bisogna indirizzare l’analisi critica. Leggo che il lavoro di Ausilio e Fassone è praticamente finito, che la squadra è già praticamente fatta. Abbiamo di fatto due soli attaccanti in una rosa di trenta giocatori. A meno di un mese dall’inizio del campionato Mancini è costretto a lavorare con giocatori in esubero e con un reparto – quello offensivo – tutto da costruire, senza poter provare il 4-3-3 e il 4-2-3-1. Nelle prossime ore dovrebbero esserci sviluppi.