In principio fu Kondogbia. Anzi no, in principio fu Tourè e pure Dybala. L’Inter sembrava avere una malattia infettiva che teneva lontani i migliori campioni. Eravamo diventati brutti e sporchi. A parte gli acritici, tutti erano seriamente preoccupati per la piega che stava prendendo il mercato dell’Inter. Dieci giorni fa la svolta, il colpo Kondogbia, ma il vero lo fa aver vinto il derby di mercato e aver beffato Galliani. Questo ha dato la spinta all’entusiasmo dei tifosi confortato da una impennata negli abbonamenti sottoscritti. Il passaggio dalla depressione all’euforia è un connotato del mondo interista, ma forse per tutte le tifoserie è così. In fondo basta poco per esaltare i tifosi, anche gli interisti, spesso duramente dipinti come ipercritici o troppo esigenti, sono invece pronti ad accordare fiducia se vedono la parvenza di un progetto. Ma chissà che proprio l’aver avvertito un’aria di insoddisfazione non abbia spinto Thohir a fare quello sforzo economico per il centrocampista del Monaco che ha stupito tutti. E’ già successo tre volte, il sentire le voci dei tifosi porta a tre conclusioni impreviste. Nel gennaio 2014 il folle scambio Vucinic-Guarin con la Juve fu bloccato da una sollevazione popolare nata spontaneamente su internet, nel novembre scorso l’irreversibile incompatibilità tra ambiente e Mazzarri “costrinse” Thohir all’esonero, nonostante allo stadio non ci fossero state manifestazioni organizzate di dissenso, ma solo spontanee e il tutto si era svolto principalmente su internet. Ora il guizzo tanto invocato nel calciomercato. Thohir si dimostra flessibile, pronto a cambiare idea e con le orecchie aperte al popolo nerazzurro che si esprime con la tecnologia social. Questa cosa viene forse maldigerita dagli addetti ai lavori e da tutti quei corpi intermedi e organizzati che si sentono superati dalle tante individualità che trovano ascolto e un contatto diretto con la società nerazzurra, che prima senza Internet non avevano, e che la società sembra voler sviluppare sempre più. Certo nel mondo “social” non è tutto bello, ci sono gli “shitstorm”, i boicottaggi, le volgarità, i complottismi, ma ogni cosa ha i suoi effetti collaterali e non va mitizzata o demonizzata. Tornando a noi, sembra proprio che il peggio abbia smesso di arrivare.