L’ultima giornata di campionato, un po’ come la prima raccoglie a sé emozioni particolari, è il tempo di bilanci, saluti, s’intravvedono già nuove aspettative, ma per l’Inter l’ultima giornata nelle ultime stagioni ha voluto dire anche giornata decisiva, con due scudetti vinti all’ultimo turno a Parma nel 2008 e a Siena nel 2010. Oggi si respira in sedicesimo (senza voler sminuire) quel clima, anche se l’obbiettivo è il terzo posto champions e partiamo nettamente da sfavoriti. Stramaccioni ha portato entusiasmo, il sodalizio con Moratti ha convinto i più scettici che il giovane allenatore non era un traghettatore, ma l’allenatore di una nuova avventura.
Avevamo parlato di una Lazio con la difesa decimata dagli infortuni, un destino equo ha messo a segno una serie di forfait nella nostra zona offensiva nelle ultime ore. Alvarez, Sneijder, Forlan sono out, Obi anche non ce la fa, Zarate non convocato per scelta tecnica. Cambiano i piani, Stramaccioni ne ha pronto un altro, da un’Inter di qualità annuncia un’Inter da battaglia. I giornalisti cercano di capire se esordirà Longo, se Guarìn verrà spostato nella zona offensiva, se ci sarà l’eccezione delle due punte centrali con Pazzini dal primo minuto, risposta negativa per ques’ultimo quesito, nebbia in val padana (Strama si sta applicando anche su questo) per tutto il resto “la formazione non la indovinerete mai” risponde sornione il tecnico, che anche oggi non dimentica di spendere una parola per Moratti, rassicurando l’ambiente su un tasto dolente, “le idee per il futuro sono chiarissime”, ma oggi si parla solo di Lazio-Inter, ed ogni domanda sul mercato è sviata con battute fulminanti.
Quindi niente Pazzini-Milito, o magari un Milito spostato esterno nel tridente e Pazzini in mezzo?