Domani si recupera l’Udinese, la partita che non si giocò per la morte di Morosini, e le prime parole di Stramaccioni sono per l’ex giocatore di Udinese e Livorno “Stiamo preparando una gara in un momento di grande dolore per il calcio, ma per tutti in generale e giocarla a Udine, in una città che è stata la seconda casa di Piermario, ha un significato ancora più forte. Questo ci porta a riflettere, a non dimenticare e sono certo che domani il Friuli gli tributerà quello che è giusto”.
Conferenza di un solo quarto d’ora, ma molto pepata. Ricorderete quando l’ex allenatore dell’Inter Ranieri concordò con Forlan l’ingresso in campo, e il giocatore rifiutò di entrare ala sinistra. Non chiedete a Stramaccioni se lui ha concordato la mancata convocazione dell’uruguaiano, “la scelta è solo mia e non l’ho condivisa con il giocatore”, si arrabbia Strama. Un’involontaria presa di distanza dall’ex allenatore, e un ribadire che l’allenatore del presente è lui; e tutta la conferenza stampa è quasi un voler allontanare tutto ciò che è passato rispetto alle quattro partite con Stramaccioni in panchina. Stramaccioni rivendica gli 8 punti nelle sue 4 partite, più di Milan, Napoli e Udinese, rivendica di aver dato un’impronta, bene o male a seconda dei casi, alla squadra e rifiuta il titolo di ultima spiaggia per la gara con l’Udinese e vuole gettarsi alle spalle tutte le occasioni non sfruttate dall’Inter per avvicinarsi al terzo posto. Classifica e scontri diretti in vista alla mano, “Chi non ci crede giù dalla barca”.
Tatticamente Stramaccioni ribadisce l’idea di almeno due uomini di qualità alle spalle di una punta, ma ammette di aver fatto tesoro degli errori di Firenze, tenendoseli per sè e i giocatori, pur difendendosi ricordando di essere stato costretto a quattro cambi su sei nelle ultime due partite per infortuni. Probabile un ritorno al 4-3-3 o un 4-2-3-1 con interpreti diversi.