Massimo Moratti parla in una lunga e avvincente intervista al Corriere della Sera e c’è spazio anche per l’attualità, del suo rapporto con Thohir, i motivi delle sue dimissioni e un messaggio sempre più esplicito alla nuova dirigenza: all’Inter non c’è spazio per obbiettivi a lungo termine, Thohir metti mano al portafoglio e investi da subito. Ma Thohir, prendendo Mancini, ha dimostrato di aver capito. Ecco il passaggio di Moratti sull’attualità nerazzurra:
«Non ho mai pensato di essere un presidente a vita e quando ho capito che era necessario cambiare, per ridare spinta alla società, ho deciso di cedere la maggioranza. Thohir è giovane, ha voglia di fare e di fare bene. La sua famiglia ha grandi disponibilità economiche; vuole comandare ed è giusto così. Con mio figlio e con Ghelfi abbiamo lasciato le cariche che avevamo perché si era creata una situazione non molto simpatica. Il silenzio dei dirigenti dopo le parole di Mazzarri su di me non è stato bellissimo. Ma sono amico di Thohir e questo episodio non ha incrinato i nostri rapporti che restano ottimi. Credo che ormai abbia capito che l’Inter è un club diverso da tutti gli altri. Unico. E vale per tutti: dirigenti, allenatori, giocatori. I tifosi interisti sono molto competenti, ma anche esigentissimi e non contemplano la modestia. Chi segue o fa sport ai massimi livelli non può puntare al decimo posto. Una volta un tifoso per strada mi ha detto: bisogna spendere di più. Aveva ragione. La scelta di Mancini, che è di Thohir e che a me è piaciuta, va in questo senso, così come mi è piaciuto che Mancini abbia parlato del terzo posto come di un obiettivo anomalo».