La settimana scorsa la Società Inter ha deciso di esonerare l’allenatore e ingaggiare Roberto Mancini ratificando la scelta nella notte di giovedì. Celebriamo così la prima settimana di liberazione, un sogno divenuto realtà, una settimana intensa, palpitante, esaltante al punto che a volte facciamo tutti fatica a rendersi conto che:
Mai più scriveremo del pescivendolo di San Vincenzo, del suo Ego ipertrofico che trascendeva in delirio megalomanico.
Mai più vedremo un allenatore dell’Inter addentare bottigliette di plastica in panchina, gesticolare in modo forsennato e mandare a quel paese i tifosi che lo fischiano, fuggire negli spogliatoi a fine partita senza salutare l’allenatore della squadra avversaria.
Mai più sentiremo di raccolta dati, di fase di transizione, di avere pazienza, di “chi sa di calcio”, ORA viene detto e scritto che è arrivato il turno anche per il Gatto e la Volpe. Pressochè tutti gli addetti ai lavori, cioè stampa e TV, hanno affermato che il Sig. Fassone sarà entro Giugno dimesso come responsabile dello sciagurato rinnovo dell’ingaggio dell’ormai ex allenatore da alcuni definito addirittura come “infausto e intempestivo”, mentre il Sig. Ausilio ha continuato sino all’ultimo secondo a magnificarlo come grande e il migliore in Italia.
Ora abbiamo Mancini, considerato realmente un grande allenatore e di effettiva caratura internazionale e che ha lasciato un grande ricordo in Inghilterra. A proposito, che bello aver letto sui giornali inglesi che l’allenatore di Inter Milan -come là viene chiamata- “has been sacked” è stato licenziato! Sì, l’Inghilterra e soprattutto Manchester dove i tifosi del City lo adoravano perchè conquistò il titolo in Premier dopo 44 anni (nell’Inter dopo 17) perchè diede loro la gioa immensa che ricorderanno per sempre di aver battuto lo United nel derby per 6-0, che cantavano un inno a lui dedicato sulle note di “Volare” di Modugno e dove introdusse schemi moderni valorizzando e facendo divenire campioni giocatori come Hart, Zabaleta, Company, Silva e Yaya Tourè.
Ovviamente non sappiamo cosa succederà con il ritorno di Mancini all’Inter. La speranza è tanta e l’entusiasmo è tornato, può andare bene o male, ma una cosa da subito è certa: rivedremo a fine partita l’allenatore dell’Inter andare a stringere la mano all’allenatore della squadra avversaria e suo collega. Questa è l’Internazionale.