Fuga dal Meazza. Avevamo parlato giorni fa della rivolta silenziosa dei tifosi nerazzurri, quella che non passa per i fischi, ma per il seggiolino lasciato vuoto allo stadio. Ebbene si è tramutata in realtà. La società è in profondo imbarazzo, il dato degli abbonati non è stato ancora ufficializzato, si parla di 22mila tessere staccate, ma i conti non tornano. Per la gara con il Verona è stata diffusa una presenza di 27mila spettatori, ma la stima ad occhio dice tutt’altro. Nel settore arancio c’erano meno di mille spettatori al primo anello e non più di 3mila al secondo. Più o meno lo stesso al settore rosso. Nemmeno il secondo verde era pieno e con le presenze al primo anello non si faceva più di quattromila, ancora meno nel settore blu, mentre il terzo anello è chiuso eccezion fatta per il settore ospiti. Dunque possiamo dire che domenica scorsa, esclusi i tifosi veronesi, c’erano circa 15mila spettatori, un numero da primo turno di Coppa Italia, non certo da partita di campionato. Ovviamente la responsabilità di questo tracollo che non è esagerato definire disamoramento ricade sulla società e sull’allenatore e non certo sui tifosi: la prima allo stato attuale appare come una fusione malriuscita di freddo management senza nessun rapporto con il tessuto dei tifosi e della città, unita a personaggi discutibili e incompetenti nel settore tecnico. Dell’allenatore inutile dilungarsi oltre, se non per dire che nessuno in passato era stato così odiato. Liquidare questo sentimento come mentalità morattiana da mangiallenatori o addirittura come una moda sarebbe profondamente stupido. L’emorragia non sembra destinata a fermarsi e non è esagerato preventivare che se va avanti così allo stadio rimarranno solo Ausilio, Fassone e la loro claque prezzolata. E’ evidente che l’esonero di Mazzarri riporterebbe un po’ di gente allo stadio, ma per riportare realmente l’entusiasmo servirebbe un cambio radicale anche nel comparto tecnico, rimuovendo le presenze di Fassone e Ausilio, che risultano fortemente indigeste alla gran parte dei tifosi. Thohir dovrebbe prendere dei dirigenti che, oltre ad essere competenti, dovrebbero avere un atteggiamento diverso verso i tifosi, non trattandoli come se avessero l’anello al naso come fanno i due sopracitati che abbiamo ribattezzato il gatto e la volpe. Se non ci sarà questo cambio di rotta, non è irrealistico prevedere che nei prossimi mesi l’Inter giocherà davanti a non più di 5mila spettatori.
3 commenti su “Fuga dal seggiolino, il disamoramento dei tifosi”
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Cominciano a girare delle voci secondo le quali nel caso saltasse Mazzarri, lo seguirebbe a ruota il suo fedelissimo Fassone. Sai qualcosa al riguardo? Se fosse così, Thohir riguadagnerebbe un pò di credito nei confronti del tifo interista, anche se, il bonus a sua disposizione (qualche attenuante generica sul fatto che provenga dall’Indonesia e che non conosce la realtà del calcio italiano) se l’è già giocato… non sono ammessi altri errori!!
No, ma è facile sia così: Fassone e Ausilio hanno fatto rinnovare il contratto a Mazzarri, anche se Thohir non era convinto. Se salta Mazzarri viene meno anche il rapporto di fiducia di Thohir verso Fassone e Ausilio.
…eppure nonostante tutto e tutti, faccio davvero fatica a credere( più che altro a sperare in maniera convinta) che il signor Mazzarri vada via da qui a poco.
Qualora dovesse arrivare una vittoria al derby già m’immagino i tromboni roboanti di regime propinarci le grandi gesta del bagnino di San Vincenzo
…odio dirlo ma se perdere il derby dovesse significare un cambio di allenatore e staff potrei persino ( glom!) gioì….no gioire é troppo, dicevo persino non restarci troppo male ad una vittoria dei cuginastri…
Ma siamo davvero a questo?