Pari tra Saint Etienne e Inter, al vantaggio di Dodò (31′), ha risposto Sall in apertura di ripresa. Il Saint Etienne è quella squadra che avevamo visto all’andata, difficoltà a fare 3 passaggi di fila, grande entusiasmo e difesa davvero ingenua. Il 3-4-3 annunciato è un 5-2-3 con i due esterni che si abbassano sulla linea dei difensori e i tre attaccanti che aiutano poco e non ripiegano. In questo modo i due mediani sono in inferiorità numerica in mezzo al campo, ma l’Inter a lungo non ne approfitta, i tre centrocampisti sono troppo distanti tra loro, quando Kuzmanovic si allarga a destra aprendo l’interno sinistro Clement, nessuno va a occupare il corridoio centrale che si crea, Medel non sale mai, Kovacic non taglia dentro e solo Bonazzoli ogni tanto si abbassa centralmente. Meglio invece allora quando è Kovacic a partire largo da sinistro, attirando su di sè i due mediani, cambia gioco per Kuzmanovic e Mbaye che hanno spazio per attaccare. Su quest’asse Kovacic-Kuzmanovic-Mbaye nasce l’azione del gol, con Mbaye che va a crossare col sinistro, un cross a dire il vero lento e con i giri all’indietro, ma che incredibilmente i difensori non leggono permettendo a Palacio il colpo di testa, respinge Ruffier sui piedi di Dodò che insacca a porta vuota. Il bello del calcio è che sia il peggiore in campo a trovare la rete. Nella ripresa però il Saint Etienne trova subito il pareggio, ancora una bucata di Vidic e Sall insacca ringraziando. Il Saint Etienne prende coraggio, mentre l’Inter è terrorizzata e vive momenti di panico. Tutti e due gli allenatori però dimostrano di non disdegnare il pari, comprensibile da parte di Galtier vista la modestia della sua squadra, ennesima dimostrazione di provincialismo e di inadeguatezza del pavido sulla panchina dell’Inter, che toglie Bonazzoli per mettere Obi interno sinistro schierando un 5-3-1-1. Galtier invece si era ridisposto con un 5-3-2 ristabilendo la parità a centrocampo togliendo l’attaccante Erdinc per l’interno destro Diomande, comunque una mezz’ala con forte predisposizione offensiva, che spesso va tra le linee. Poi Mazzarri si riporta sul 5-3-2 con Osvaldo al posto di Kovacic. Partita comunque incanalata per un modesto pari, ma è ancora l’Inter che dà coraggio ai biancoverdi di casa, Van Wolfswinkel riesce nell’impresa di saltare come birilli tutti e tre i difensori (non gli capiterà mai più in carriera) e solo davanti a Carrizo si vede repingere il tiro dal portiere, che salva il risultato. Il Saint Etienne però a questo punto ci prova e dà l’assalto finale sospinto dai tifosi, gli attacchi sono caotici e la tremebonda Inter porta a casa il pareggio.
Saint Etienne-Inter 1-1
Marcatori: 33′ Dodò, 5′ st Bayal Sall
Saint Etienne: 16 Ruffier; 24 Perrin, 26 Bayal Sall, 19 Pogba; 2 Theophile-Catherine, 18 Lemoine, 6 Clement, 27 Tabanou; 21 Hamouma (23′ st 13 Van Wolfswinkel) , 9 Erdinc (11′ st 28 Diomande), 7 Gradel A disposizione: 30 Moulin, 11 Mollo, 20 Brison, 22 Monnet-Paquet, 23 Baysse Allenatore: Christophe Galtier
Inter: 30 Carrizo; 6 Andreolli, 15 Vidic, 5 Juan Jesus; 25 Mbaye, 17 Kuzmanovic (38′ st 96 Palazzi), 18 Medel, 10 Kovacic (29′ st 7 Osvaldo), 22 Dodò; 8 Palacio, 97 Bonazzoli (21′ st 20 Obi) A disposizione: 1 Handanovic, 9 Icardi, 23 Ranocchia, 54 Donkor Allenatore: Walter Mazzarri
Arbitro: Slavko Vincic (SLO) Note. Ammoniti: 8′ st Tabanou. Tempi di recupero: 0-3′
Partita modesta. Galtier ci ha favorito nel primo tempo concedendoci la superiorità numerica a centrocampo. Nel secondo tempo è bastato infoltire il centrocampo e, complice un calo fisico vistoso dell’inter, si è visto un totale dominio dei francesi. Sul gioco dell’inter ormai non è più necessario spendere parole. Se non cambia l’allenatore continuerà questo strazio fino al termine della stagione. Molto preoccupante la condizione fisica, ma anche qui, non è una novità purtroppo!!
Punto comunque importante per la qualificazione perchè in caso di sconfitta, visto lo stato comatoso dell’inter, il passaggio del turno era a serio rischio!!
Niente, per l’ennesima volta Mazzarri ci ha dimostrato che non è un allenatore da grande squadra. Cio’ che rimarcai a novembre dell’anno scorso me lo ha confermato ancora adesso: studia la partita e comincia bene; ma come lo sviluppo della partita prende piede, non ci capisce più una mazza. Attanagliato dalla paura di perdere manda in confusione la squadra, che, di riflesso,facendo cambi a capocchia,
ne aumenta tutte le titubanze e limiti.