In un momento in cui tutti sembrano essere contro Mazzarri, ora che si mobilitano anche i reduci della grande Inter degli anni ’60, quando persino Mazzola dice che Mazzarri non è da Inter (il Baffo grande bandiera, ma come opinionista TV grande banderuola) e gli immancabili presentatori e deejay dicono la loro, per noi che siamo sempre stati contro il buttero di S. Vincenzo ci sembra, davvero, che ora sia come sparare sulla croce rossa. Allora per un giorno vogliamo dare una mano a Mazzarri, dandogli qualche consiglio disinteressato. Ho pensato di farlo stamattina, quando ho letto che l’artista si è circondato di Spin Doctor per cercare di fare breccia nel cuore degli interisti. Bene, caro Mazzarri, non so che consigli le hanno dato, ma li licenzi subito, perchè lei ha preso la strada sbagliata. Mettiamo da parte che con quel 3-5-2 e quel suo gioco noioso lei non conquisterà mai gli interisti, tralasciamo che lei continua a sminuire il valore della rosa a disposizione e a prendersela con i giocatori più giovani (ancora dopo Inter-Cagliari ha parlato di squadra inesperta), ma parliamo di cose non tecnico-tattiche, ma di rapporto diretto coi tifosi: Lei si è presentato dicendo che allenare il Trapani o l’Inter è la stessa cosa, cambia solo la pressione mediatica (e non dica che è un’invenzione dei soliti giornalisti, perchè l’ho sentita con le mie orecchie). Male, avrebbe dovuto dire che allenare l’Inter è speciale ed è diversa da tutte le altre. Lei ha dichiarato di essere arrivato all’Inter nel momento storico sbagliato (il cambio di proprietà, il momento economico difficile). Malissimo, avrebbe dovuto dire che per lei allenare l’Inter è un sogno e ringrazia tutti i giorni di poterlo fare, non dovrebbe essere difficile dirlo visto che è l’allenatore più pagato della serie A. Lei dice che non ha tempo di visitare la città perchè lavora h24, invece le consiglio di girare un po’ per Milano, farsi vedere. Mourinho diceva che chi sa solo di calcio non sa nulla di calcio. Caro Mazzarri, lei ci ha ammorbato per un anno con la sua carriera, la sua gavetta, la salvezza con la Reggina e la coppa Italia con il Napoli. Scusi la schiettezza, ma a noi cosa ci importa? Noi abbiamo vinto 18 scudetti, 3 coppe dei campioni e siamo stati 3 volte campioni del mondo, quello che sappiamo di lei è che all’Inter non ha mai ribaltato un risultato (noi siamo la squadra delle rimonte, sa) e non ha mai vinto più di due volte di fila (noi siamo quelli del record di vittorie consecutive e lei ci parla del record di calci d’angolo). Mazzarri, lei ha messo in panchina Zanetti il giorno della sua ultima partita a S.Siro, lo so calcisticamente parlando aveva ragione lei, il capitano non era più in grado di giocare 90 minuti, ma poteva toglierlo a partita in corso, comunque con questa mossa si è giocato una larga fetta di tifosi. Mazzarri, dica una buona volta che l’obbiettivo è tornare in Champions e la smetta con frasi come “non mi pongo limiti”, “cerco di vincerle tutte”, “torneremo competitivi”, che non vogliono dire niente. Noi vogliamo sentire la musichetta della Champions. Non da ultimo, la smetta di cercare scuse fantozziane, l’arbitro, la pioggia, i pali, gli sbalzi climatici, il giovedì di coppa, l’anno particolare, l’anno di transizione, l’anno di raccolta-dati, l’anno post-mondiale, l’invasione delle cavallette, mette in imbarazzo milioni di tifosi così facendo. E la smetta con il maniavantismo, lei è arrivato a dire che gli azeri del Quarabag che affronteremo domani sono una grande o signora squadra. Noi siamo l’Inter, non una provinciale.
7 commenti su “Lettera al Sig. Mazzarri”
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Ti sei dimenticato il mitico: “anno di raccolta dati”. Roba da matti! È una comica…
Aggiunto
Io credo nel principio di Peter ossia che « In una gerarchia, ogni dipendente tende a salire di grado fino al proprio livello d’incompetenza ». Questo rispecchia la situazione di WM, Livorno e Reggina sono state la base, il gradino successivo, la Sampdoria è stata la conferma. Napoli è stato il grado che ha portato WM al limite (senza lode e infamia). Mentre lo step Inter è il tipico errore, che indica come il soggetto abbia superato il livello di competenza. Questo percorso è stato fatto da moltissimi allenatori, che ridiscesi di alcuni gradini si sono ritrovati. Ps. Il principio di Peter è valevole per qualsiasi tipo di attività.
D’accordo su tutto, ma non puoi dare del “banderuola” a Mazzola!
Va inteso con affetto, e intendevo nel suo ruolo di opinionista.
Ha ragione, come opinionista lascia spesso a desiderare facendosi influenzare dalle proprie simpatie, come quando parlò in toni poco lusinghieri di Oriali per un presunto sgarbo ricevuto.
UN ASINO NON POTRA’ MAI DIVENTARE CAVALLO…. cit. (jose’Mourinho)